Ragazzi fuori famiglia e care leaver in Italia durante il lockdown e oltre: teniamo alta l’attenzione

Silvia Sanchini

Traduction de Jean Tonglet

p. 21-22

Traduction(s) :
L’accompagnement des jeunes vulnérables

Citer cet article

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Silvia Sanchini, « Ragazzi fuori famiglia e care leaver in Italia durante il lockdown e oltre: teniamo alta l’attenzione », Revue Quart Monde, 256 | 2020/4, 21-22.

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Silvia Sanchini, « Ragazzi fuori famiglia e care leaver in Italia durante il lockdown e oltre: teniamo alta l’attenzione », Revue Quart Monde [En ligne], 256 | 2020/4, mis en ligne le 01 décembre 2020, consulté le 19 avril 2024. URL : https://www.revue-quartmonde.org/10216

L'associazione Agevolando, insieme ad un gruppo di organizzazioni, professionisti e cittadini, si sono mobilitati per chiedere vigilanza e sostegno per i bambini e i ragazzi vulnerabili che vivono fuori dalla loro famiglia in Italia, durante e dopo il lockdown.

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Si è parlato molto dell’emergenza sanitaria che ha colpito il mondo in questi mesi e oggi si parla delle conseguenze economiche della crisi, ma in pochi hanno ricordato che esiste anche un’emergenza sociale che non può essere sottovalutata.

Tempi difficili nelle comunità e nelle case di accoglienza

In Italia ci sono voluti 53 giorni dall’inizio del lockdown perché il presidente del Consiglio Giuseppe Conte pronunciasse per la prima volta la parola bambini1. L’associazione Agevolando insieme a un gruppo di organizzazioni, professionisti, cittadini ha voluto mantenere alta l’attenzione proponendo un “#DecretoBambini” e avviando una raccolta firme su Change.org che ha trovato oltre 5.000 sostenitori2.

E se, giustamente, sono state elogiate tante categorie professionali che non si sono mai fermate neanche nelle settimane più dure, altrettanta attenzione non è stata dedicata agli educatori professionali e in generale al mondo delle comunità di accoglienza e delle case-famiglia.

Sono 4.027 le comunità per minorenni presenti sul territorio italiano con una media di 8,1 ospiti3.

Anche le strutture di accoglienza si sono ritrovate impreparate ad affrontare l’emergenza. Ha raccontato ad esempio un coordinatore pedagogico: “Difficile all’inizio per gli educatori e i ragazzi capire come comportarsi e convivere in ambienti dove abitano tante persone. Non avevamo sufficienti mascherine o gel igienizzanti, ci siamo assunti dei rischi. Abbiamo dovuto interrompere gli incontri tra i ragazzi e le famiglie e l’ingresso in comunità di persone esterne. Per fortuna questa situazione difficile ha fatto nascere anche una grande collaborazione tra educatori e ragazzi”.

Tante storie che, grazie all’intuizione di un’educatrice bolognese, sono state raccolte attraverso l’hashtag #IoRestoInComunità. È emerso il racconto di un’Italia, laboriosa e solidale, che ha resistito e superato momenti difficili con competenza e creatività.

Vulnerabilità dei giovani che escono dagli istituti

Ma se i ragazzi e le ragazze accolti in comunità o casa-famiglia hanno affrontato grandi difficoltà, ancor più soli e vulnerabili sono apparsi i giovani care leaver, coloro che dai percorsi di accoglienza sono usciti, spesso senza poter contare su una rete sociale adeguata. Abbiamo ricevuto segnalazioni di giovani rientrati nelle proprie famiglie di origine in cui durante le settimane si sono riacutizzate situazioni di violenza e maltrattamento. Ragazzi che hanno sperimentato forti disagi economici, situazioni di vulnerabilità psicologica, di isolamento, che hanno vissuto in luoghi inadeguati dove, ad esempio, era assente una buona connessione internet. Stiamo indagando il rapporto tra ragazzi/e care leaver e assistenti sociali durante il lockdown anche con una ricerca promossa da Agevolando e Asit – Servizio sociale su Internet4.

La situazione dei bambini e dei ragazzi che vivono “fuori famiglia” e dei giovani care leaver è stata portata all’attenzione delle istituzioni anche dall’Autorità Garante Infanzia e Adolescenza, che ha scritto al Presidente del Consiglio per segnalare le loro difficoltà.

Una situazione purtroppo comune anche a tanti care leaver in altri paesi europei con cui Agevolando è in contatto. Tanto che una rappresentanza di loro si è riunita e ha elaborato un documento: “Declaration on responding to the transnational needs of Care leavers amidst Covid-19 and beyond”5.

Ora che le prime fasi di emergenza sono state superate, resta ancora molta incertezza sul futuro e sulle nuove problematiche che dovremo affrontare. Non possiamo permetterci però, ancora una volta, di dimenticarci o di lasciare solo chi è più fragile. Teniamo alta l’attenzione.

Silvia Sanchini

Silvia Sanchini, laureata in Formazione e Cooperazione all'Università di Bologna, è responsabile della comunicazione e dei rapporti con la stampa dell'Associazione Agevolando, che difende i diritti e sostiene i giovani che escono dagli istituti di accoglienza e delle case-famiglia.

CC BY-NC-ND