Porre il bambino al centro della promozione del suo ambiente

Marcella Vanozzi

Traduction de Jean Tonglet

p. 31-36

Traduction(s) :
Mettre l’enfant au cœur de la promotion de son milieu

Citer cet article

Référence papier

Marcella Vanozzi, « Porre il bambino al centro della promozione del suo ambiente », Revue Quart Monde, 267 | 2023/3, 31-36.

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Marcella Vanozzi, « Porre il bambino al centro della promozione del suo ambiente », Revue Quart Monde [En ligne], 267 | 2023/3, mis en ligne le 01 mars 2024, consulté le 06 octobre 2025. URL : https://www.revue-quartmonde.org/11801

Come rafforzare l'intera comunità di un quartiere partendo dall'attenzione allo sviluppo dei bambini piccoli. Il progetto Ip Ip Urrà a Tor Bella Monaca (periferia di Roma)

Lo spazio si pensa, i luoghi si abitano. Lo spazio si attraversa, nei luoghi si sosta. Lo spazio è l’astratto, il luogo il concreto. Tuttavia, il luogo non è solo uno spazio determinato, particolare, definito da coordinate precise. Il luogo è qualcosa che ha a che fare con la memoria, con le emozioni e con il desiderio. Come la città calviniana di Ersilia, i luoghi sono una trama intessuta di rapporti. I luoghi stanno alla storia vissuta, come lo spazio sta al tempo cronometrato. Perciò, mentre i luoghi si riconoscono – si odiano e si amano -, gli spazi semplicemente si misurano. Ne consegue che i luoghi siano, in prevalenza, figure della differenza e della qualità, gli spazi dell’uniformità e della quantità. Nel luogo domina il significato originario del raccogliere e del riunire, nello spazio quello dell’intervallo e, quindi, della separazione, del confine e del conflitto. Ma se anche, per legge, posso farti spazio o negartelo, è solo nel luogo che ti posso accogliere. E’ solo qui, dunque, che l’ospitalità può aver luogo”

Andrea Tagliapietra, Lo spazio e il luogo. La memoria ospitale, in Xaos, Ottobre 2005

Tor Bella Monaca è un quartiere di Roma situato all’interno di un municipio, il VI, che conta da solo più o meno gli abitanti di Torino. Una vera e propria città quindi, con stratificazioni e differenziazioni interne anche molto marcate. Nel contesto del municipio, l’area di Tor Bella Monaca è tra quelle più in difficoltà, con tassi elevati di disoccupazione, soprattutto femminile, incidenza di attività illegali. È il Municipio più giovane di Roma.

Anche qui, come in altre aree segnate da disagio e marginalità, tra le varie dimensioni della povertà è particolarmente rilevante quella educativa. Si comincia prestissimo, con una carenza di servizi educativi per la prima infanzia: nel VI Municipio la copertura di posti al nido è del 23%, agli ultimi posti nel più ampio panorama della Capitale, un dato tanto più significativo se si tiene presente che questo è anche il municipio con più bambini di età compresa tra 0 e 3 anni, sia in termini assoluti che in percentuale (fonte “Asili nido a Roma “, rapporto OpenPolis).

In questo contesto, grazie al progetto e alla rete “IP IP Urrà’” e attraverso il lavoro di Associazione 21 luglio, partner del progetto, è stato possibile intervenire promuovendo una nuova prospettiva tra le famiglie, soprattutto le più fragili, tramite il coinvolgimento attivo nel percorso educativo dei bambini e la creazione di opportunità di crescita per tutta la famiglia.

La famiglia, in qualunque modo essa sia composta, rimane il nucleo centrale dell’organizzazione sociale, luogo dell’educazione e della socializzazione primaria, di grande influenza nel processo di costruzione e consolidamento dell’identità delle bambine e dei bambini. L’intento è dunque quello di mobilitare il potenziale educativo delle famiglie e sensibilizzare e incentivare una cultura legata a una genitorialità positiva necessaria a interrompere il ciclo dello svantaggio sociale, psicologico ed emotivo. Un genitore consapevole, infatti, eserciterà la sua azione educativa in maniera attenta, sensibile ed empatica e di conseguenza crescerà un figlio più capace di leggere e interpretare i suoi bisogni e le sue emozioni. Per attivare questo potenziale educativo, quindi, l’obiettivo che si sta perseguendo è mettere a disposizione delle famiglie gli strumenti più adatti.

“Ognuno cresce solo se sognato”, scriveva Danilo Dolci: per fare questo occorre innanzitutto creare degli spazi accoglienti e sicuri nei quali il genitore possa sentirsi compreso e ascoltato.

Spazi in cui possano avvenire scambi, relazioni e intessute reti di mutuo aiuto.

Da lì, con pratiche informali che verranno meglio spiegate in seguito, il genitore crea la sua personale “cassetta degli attrezzi”. La sua storia e quella del suo bambino si intreccia con altre storie, altri genitori e altri bambini: dal confronto nascono le opportunità educative, che non sono altro che esperienze attraverso le quali bisogna passare, per crearne altre, in un percorso già descritto dal filosofo dell’educazione Jhon Dewey.

Il Play Hub è dunque il luogo in cui quelle esperienze nascono, crescono e, come un moto ondoso, trovano in loro stesse la possibilità di creare nuove esperienze, nuovi intrecci, nuove storie.

Il progetto "Ip Ip urrà - metodi e strategie informali per mettere l’infanzia, Prima"

Il progetto “Ip Ip Urrà” nasce dalla rete nazionale di enti del terzo settore formatasi intorno all’esperienza del bando biennale “Infanzia, Prima”. La rete - costituita da Chi rom e… chi no (NA), Educazione Progetto (TO), Il Cantiere (BG), Libera Compagnia Arti & Mestieri Sociali (MI), L'Abbaino (FI), Mignanego (GE), Comunità Progetto Sud (Lamezia Terme), Fermenti Lattici (LE), Ecosmed (ME), 21 Luglio (RM) - ha continuato, ben oltre la conclusione di “Infanzia Prima”, a incontrarsi, collaborare e riflettere, ritenendo preziosa per la crescita dei propri territori la condivisione su reciproche metodologie e sperimentazioni attivate, immaginando uno sviluppo per questo importante percorso che è confluito nel progetto “Ip Ip Urrà, Metodi e Strategie Informali per Mettere l’Infanzia Prima”, risultato aggiudicatario del bando “Un passo avanti” - promosso dall’Impresa Sociale Con I Bambini nell’ambito del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”. I 10 enti di diversa provenienza e origine operano da Nord a Sud in contesti regionali anche molto differenti: periferie, grandi città, piccoli comuni, aree provinciali. Ciascuna realtà è riconosciuta sul proprio territorio per un lavoro capillare a stretto contatto con le comunità locali, con un target ampio e un’attenzione specifica alle fragilità economiche e sociali presenti sui territori. La rete si definisce una comunità di pratiche che condivide principi e valori sull’educazione a partire dalla prima infanzia. Il progetto “Ip Ip Urrà” celebra la famiglia, nelle sue diverse forme, e la comunità come primi e fondamentali fattori protettivi per il benessere dei bambini, in particolare quelli più piccoli e fragili, ovvero quelli che non sono raggiunti dai servizi, dai circuiti educativi, perché chiusi nei rioni e nelle periferie delle città. Il progetto si concentra su obiettivi chiave come l'investimento sui minori della fascia 0-6, l'ingaggio sostenibile dei genitori, il rilancio e l'implementazione di percorsi pedagogici, la sperimentazione di forme di welfare generativo e di partecipazione comunitaria. "Ip Ip Urrà" crea luoghi in cui bambini e bambine possono esplorare e coltivare le loro aspirazioni e desideri, trasformando il potenziale nascosto in un valore da utilizzare nel loro percorso di vita.

Il progetto promuove tra gli adulti processi di formazione e rinnovamento professionale, crescita personale, partecipazione e solidarietà reciproca tra le famiglie. Al centro di tutte le strategie vi è l'informalità, il gioco, i talenti individuali e la cultura del sospeso, partendo dalla forza degli incontri e del lavoro di rete. "Ip Ip Urrà" incoraggia il gioco all'aperto e negli spazi pubblici, la condivisione di attività tra genitori e figli, la partecipazione a eventi culturali e opportunità educative a cui avvicinarsi liberamente, nei parchi, nelle piazze, nelle periferie, per riscoprire il potere educativo della comunità. Il progetto favorisce un atteggiamento di indagine e riflessione sul ruolo genitoriale e degli adulti consapevoli, scoprendo il fascino dell'azione collettiva. Dieci entità distribuite sul territorio nazionale impegnate in una sfida comune: costruire un mondo su misura per le bambine e i bambini.

“Ip Ip Urrà” a Roma - Associazione 21 luglio

Associazione 21 luglio è un’organizzazione non profit che supporta gruppi e individui in condizione di segregazione estrema e di discriminazione tutelandone i diritti e promuovendo il benessere delle bambine e dei bambini. L'Associazione è nata nel 2010 in risposta a un atto di ingiustizia istituzionale che ha colpito una bambina di tre anni. Da allora, l’Associazione ha lavorato per affrontare la questione dei "campi rom", un sistema di segregazione abitativa basato sull'etnia che ha imprigionato migliaia di persone in Italia. L'Associazione ha lavorato per abbattere questo sistema, utilizzando un approccio basato sui diritti umani e sulla giustizia sociale.

Nel 2015, l'Associazione ha iniziato a lavorare nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma, dopo aver ottenuto la gestione del Polo ex Fienile insieme all’Università di Tor Vergata e all’Associazione culturale Psicanalisi Contro. Questo ha portato a un cambiamento graduale nell'assetto dell'Associazione, con l'aggiunta di nuove figure professionali in grado di intervenire nell'area educativa. L'equipe è diventata multidisciplinare, allo scopo di riflettere la complessità del quartiere. L'Associazione 21 Luglio ha l'obiettivo di operare un cambiamento sistemico nel quartiere di Tor Bella Monaca, facendo leva su attività di advocacy e sull'empowerment delle donne e dei minori residenti. Il Polo ex Fienile è visto come un laboratorio dove l'Associazione può sperimentare pratiche di cambiamento sistemico, con l'obiettivo di fornire modelli virtuosi all'intero sistema di welfare locale e nazionale. Il cambiamento desiderato si muove "a tenaglia", attraverso un approccio top-down – dove l'azione principale diventa l'advocacy e gli interlocutori privilegiati sono i decisori politici – e un approccio bottom-up – dove, attraverso un'attività di empowerment sostenuta all'interno di una visione comunitaria, i protagonisti del cambiamento sono gli abitanti del quartiere.

Il progetto “Ip Ip Urrà” nel quartiere di Tor Bella Monaca

Tor Bella Monaca è un quartiere che deve affrontare numerose sfide sociali. Queste difficoltà rendono il lavoro del progetto particolarmente arduo, ma anche di fondamentale importanza. Grazie al progetto "Ip Ip urrà" sono stati raggiunti risultati significativi. Dal suo avvio, nel 2020, il progetto ha raggiunto circa 280 persone, tra bambini e adulti provenienti da diverse nazionalità. La maggior parte delle famiglie coinvolte provengono da un contesto migrante, i paesi di provenienza delle famiglie sono perlopiù Europa dell’est, Africa del nord e Sub Sahariana, Sud America. Nell’ultimo anno è cresciuto il numero di famiglie italiane residenti nel quartiere di Tor Bella Monaca.

Il contributo al quartiere dell’Associazione 21 luglio, nell’ambito del progetto “Ip Ip Urrà”, si declina attraverso due macro-azioni che prevedono una serie di attività finalizzate al raggiungimento degli obiettivi: l’azione “Fuorigioco” e l’azione “Talenti dei piccoli e dei grandi”. La prima promuove la sperimentazione di luoghi informali e la valorizzazione degli spazi pubblici. I parchi comunali, i cortili e i giardini delle scuole, le aree verdi trascurate diventano luoghi privilegiati di relazioni, condivisione e crescita comune, spazi democratici di cui favorire la fruizione pubblica e libera, per la costruzione di ambienti di cura e apprendimento esperienziale.

L’Associazione, per questa azione, ha attivato tre Play Hub situati in diverse aree del quartiere:

due fissi, uno all’interno del Polo ex Fienile, l’altro presso la parrocchia di Santa Maria del Redentore (coordinato dal partner territoriale VIDES TBM), il terzo è itinerante. Il Play Hub itinerante è un carrello attrezzato che due volte a settimana si sposta per raggiungere due dei luoghi più significativi del quartiere, largo Mengaroni e Via Castano. Il Play Hub è uno spazio di cura e educazione informale, accoglie bambini nella fascia d’età 0-6 che non hanno accesso ai circuiti educativi convenzionali. Nei Play Hub i bambini hanno la possibilità di partecipare ad attività di gioco spontaneo oppure attività strutturate come attività creative, sensoriali e motorie, utili a promuovere la creatività, aumentare l’autonomia, sviluppare le abilità sociali, emotive e verbali e promuovere il potenziale di ogni bambino aiutandolo anche nella transizione verso l’istruzione formale. I Play Hub sono un'importante occasione di crescita anche per i genitori, i quali hanno sia opportunità di confrontarsi con educatori e altre figure professionali su questioni che riguardano lo sviluppo e il benessere dei loro figli, che rapportarsi con altri genitori, creando e rafforzando legami con altre famiglie del quartiere. All’interno dei Play Hub sono state allestite le Biblioteche del giocattolo, dove è possibile prendere in prestito giochi e libri di qualità selezionati per le diverse età. Ogni gioco e ogni libro della biblioteca è stato catalogato con un codice e organizzato negli scaffali in modo da poter essere facilmente riconoscibile dal bambino e dal genitore. Tutti i giochi e i libri sono organizzati in macrocategorie quali la motricità, la socializzazione e l’area cognitiva. I bambini e i genitori possono scegliere autonomamente il gioco o il libro oppure essere guidati nella scelta dagli operatori.

Per l’azione “Talenti dei piccoli e dei grandi”, l’Associazione 21 luglio ha attivato due percorsi rivolti agli adulti: “Mondi di mamme” e le “Attività intergenerazionali", entrambe finalizzate a valorizzare il singolo e il suo benessere, restituendo in questo modo valore alle proprie capacità e competenze e promuovendo queste ultime nel proprio contesto e nei propri sistemi di relazione. “Mondi di Mamme” è un gruppo interculturale di genitori che condivide esperienze, prassi educative, pratiche culturali legate alla genitorialità e che ha intrapreso percorsi di empowerment. Le attività per questo percorso hanno una cadenza mensile e sono facilitate da un professore di Antropologia dell'Università di Tor vergata di Roma. Gli incontri sono tenuti prevalentemente presso il Polo ex Fienile, ma grazie alla collaborazione con L’Università di Tor vergata, è stato possibile organizzare delle visite esterne, culturali, didattiche e ricreative, rivolte non solo al gruppo, ma alla comunità più estesa.

Una volta a settimana il Play Hub apre per le “Attività Intergenerazionali”, con il coinvolgimento di genitori, anziani e bambini del quartiere. Questi incontri hanno l’obiettivo di riunire e coinvolgere persone di generazioni diverse in attività ludiche, narrative e di apprendimento intergenerazionale. Questi incontri sono reciprocamente vantaggiosi, promuovono una maggiore comprensione e rispetto tra le generazioni e contribuiscono alla costruzione di comunità e quartieri più rispettosi e solidali. Bambini, genitori e persone anziane escono dall'isolamento che assoggetta spesso chi migra o chi si trova in condizione di vulnerabilità sociale e al contempo sono costantemente incoraggiati a riattivare quelle competenze che vengono spesso messe da parte nel processo migratorio o a causa di altri fattori socioeconomici.

Conclusioni e riflessioni finali

Il progetto "Ip Ip urrà" dimostra come le iniziative radicate nella comunità possano apportare un cambiamento nella vita dei bambini e delle famiglie in contesti di disagio sociale e nella comunità stessa. Nonostante le sfide, il progetto ha avuto un impatto significativo, fornendo opportunità educative, creando reti di sostegno e promuovendo l'empowerment degli adulti.

Grazie alle attività portate avanti nell’ambito del progetto “Ip Ip Urrà”, i bambini hanno l'opportunità di giocare, apprendere e sviluppare nuove competenze in ambienti sicuri, stimolanti e inclusivi, favorendo il loro sviluppo fisico, cognitivo e socio-emotivo e migliorando la loro preparazione alla scuola. Gli impatti positivi si osservano anche sulle famiglie, che ricevono occasioni di supporto e risorse necessarie per affrontare le sfide della genitorialità, ma anche opportunità di creare reti informali di sostegno, fondamentali per contrastare l'isolamento e promuovere senso di comunità e di appartenenza. Quartieri periferici, come quello di Tor Bella Monaca, segnati da solitudine e fragilità, sono terreno dove concentrare risorse e pensiero su tutto ciò che può attivare legame tra le persone e favorire la loro partecipazione alla vita sociale. È necessario promuovere l'attivazione dei cittadini e creare connessioni utili a stimolare il senso di appartenenza al territorio e mobilitare forme di mutualismo e solidarietà.

Marcella Vanozzi

Marcella Vanozzi è laureata in psicologia e lavora da oltre dieci anni con bambini di diverse fasce d'età nell'ambito di progetti educativi. È responsabile del progetto Ip Ip Urrà presso l'Associazione 21 Luglio di Roma. Crede nello straordinario potenziale dei bambini, anche quando sono molto piccoli, e nella responsabilità degli adulti e dell'intera comunità di riconoscere e valorizzare tale potenziale, attraverso luoghi e occasioni che ne favoriscano lo sviluppo e il benessere.

CC BY-NC-ND